Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è un disturbo comune, cronico e duraturo. La persona che soffre di questo disturbo può avvertire pensieri incontrollabili (ossessioni) e mettere in atto comportamenti (compulsioni) che sente il dovere di ripetere più volte.

Il disturbo ossessivo compulsivo può manifestarsi con ossessioni, compulsioni o entrambi; causa un disagio significativo e può interferire con tutti gli aspetti della vita, come il lavoro, la scuola e le relazioni.

DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO: SINTOMI

Vediamo quali sono i segnali principali del disturbo:

  • Presenza di ossessioni come pensieri o immagini mentali che causano ansia elevata.
  • Paura di contaminazione da germi, oppure, la paura di entrare in contatto con sostanze o elementi nocivi per la salute. A volte la paura della contaminazione può estendersi allo stare in contatto con particolari persone.
  • Paura di avere pensieri proibiti/tabù relativi al sesso, la religione ecc. Per esempio: “Se penso ad un uomo, significa che sono omosessuale”.
  • Pensieri aggressivi verso gli altri o sé stessi. Per esempio: “Se penso di picchiare mio figlio, significa che sono una madre pericolosa e cattiva”.
  • Pensieri di simmetria e ordine.

Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi in risposta ai pensieri ossessivi. Questi comportamenti, quando messi in atto, riducono transitoriamente l’ansia.      

Alcuni esempi:

  • Eccessiva pulizia e/o lavaggio delle mani.
  • Ordinare e sistemare le cose con estrema attenzione per il dettaglio (ordine e simmetria).
  • Controllare ripetutamente le cose, per esempio: se la porta è chiusa a chiave o il forno è spento.
  • Conteggio compulsivo: come contare oggetti, il numero degli scalini calpestati, ecc.
  • Accumulo di oggetti, anche se non più utilizzabili.

Ognuno di noi può emettere comportamenti simili durante l’arco della giornata, questo non significa avere un disturbo compulsivo. La persona che soffre di questo disturbo:

  • ha estrema difficoltà a controllare pensieri e comportamenti e considera gli stessi come eccessivi e incontrollabili;
  • spende almeno un’ora al giorno nel cercare di gestire le ossessioni;
  • può avere problemi nella gestione delle attività quotidiane;
  • prova un’ansia crescente accompagnata da pensieri catastrofici nel caso in cui tenta di astenersi dal mettere in atto un certo rituale;
  • per contrastare il disagio innescato dai pensieri ossessivi, può arrivare ad evitare situazioni potenzialmente attivanti, oppure, utilizzare alcol o farmaci per ridurre l’ansia.

DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO: CAUSE

Il disturbo ossessivo compulsivo può manifestarsi a qualsiasi età; anche nei bambini possono comparire segnali specifici che solitamente insospettiscono i genitori. La ricerca scientifica ritiene il DOC il risultato della confluenza di aspetti genetici, fattori ambientali, comprese le esperienze disfunzionali avvenute durante l’infanzia. Per esempio, l’influenza di alcuni atteggiamenti relativi ai pensieri può essere un fattore predisponente al disturbo, come l’idea che alcuni pensieri siano sconvenienti, pericolosi, immorali o inaccettabili, oppure, vivere in un contesto rigido rispetto a criteri di pulizia e ordine.

In alcuni casi, la comparsa del disturbo può essere preceduto da gravi esperienze di abuso fisico o sessuale nell’infanzia.

La sperimentazione in ambito farmacologico ha rilevato l’efficacia degli antidepressivi SSRI, suggerendo il coinvolgimento della serotonina come neurotrasmettitore implicato nella genesi del disturbo.

L’associazione tra psicoterapia e farmacologia è spesso indicata nei casi più gravi, ma non rappresenta l’unica soluzione. Come descritto in precedenza, la manifestazione del disturbo ossessivo compulsivo è estremamente varia e, talvolta, non è necessario l’assunzione del farmaco.

Il disturbo ossessivo-compulsivo è abbastanza comune, colpisce il 2-3% della popolazione e colpisce in egual modo uomini e donne.

Il DOC, inoltre, può coesistere con altri disturbi tra cui: disturbi alimentari, deficit di attenzione/iperattività, sindrome di Tourette, ipocondria, abuso di sostanze, comportamenti di accumulo, tricotillomania, dismorfobia (preoccupazione per difetti fisici immaginari).

DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO: IL CASO DI ANNA

È il caso di una mia paziente (Anna, un nome di fantasia) con disturbo ossessivo compulsivo: tra le sue esperienze di vita, riportava i rituali compulsivi della madre intenta a pulire casa per molte ore al giorno. Fin da piccola, Anna aiutava la madre a svolgere questo tipo di attività, rinunciando al divertimento e, talvolta, sottraendo tempo allo studio. A distanza di molti anni, Anna continuava a svolgere le pulizie di casa per molte ore al giorno; quando era impossibilitata a farlo, per esempio a causa di impegni improvvisi, sperimentava ansia fortissima, irritabilità sul lavoro o con il compagno. A causa del suo problema, le relazioni si erano logorate, usciva pochissimo e litigava spesso con il partner accusandolo di essere troppo disordinato e non fare nulla in casa. Giunta in terapia, Anna mostrava uno stato depressivo evidente, la sua compulsione a pulire aveva preso il sopravvento da molto tempo e la sua vita si era ristretta a pochissime attività. Non riusciva ad occuparsi di sé stessa e focalizzava la sua attenzione esclusivamente alla casa.

Quale terapia ha intrapreso Anna per sconfiggere il suo disturbo? Quanto tempo è stato necessario?

COME SI CURA IL DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO

Il disturbo Ossessivo compulsivo può essere curato mediante la TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE INTEGRATA AI RECENTI MODELLI DI TRATTAMENTO, ossia la TERAPIA METACOGNITIVA INTERPERSONALE (TMI) – EMDR.

Nel trattamento specifico del disturbo ossessivo compulsivo vengono introdotte diverse tecniche fondamentali:

  • RICOSTRUZIONE DEL CICLO DI MANTENIMENTO DEL PROBLEMA

Comprendere quali sono i meccanismi che mantengono il tuo problema è il primo passo. Cercheremo di ricostruire il ciclo di mantenimento e ti darò alcuni suggerimenti su come interromperlo.

  • COSTRUIRE LA GERARCHIA DEGLI STIMOLI ANSIOGENI

Sarà importante stabilire una gerarchia degli stimoli ansiogeni, partendo dalle situazioni che temi maggiormente fino a quelle più tollerabili. Ti chiederò di creare la tua lista di stimoli, facendo riferimento alle tue abitudini quotidiane. Partiremo con queste domande:

“Cosa ti spaventa maggiormente?”

“C’è’ qualcosa che ti spaventa un po’ di meno?”

  • ESPOSIZIONE GRADUALE AGLI STIMOLI ANSIOGENI

L’esposizione agli stimoli ansiogeni consente di desensibilizzare la risposta ansiosa e di conseguenza contrastare le convinzioni errate. Molto spesso, la persona che soffre di questo disturbo sostiene di sentirsi incapace di resistere alla vista del disordine, oppure, della polvere sul tappeto, un cassetto con indumenti stropicciati, o ancora, il piano della cucina con alcuni aloni o macchie ecc. Inizialmente, ti chiederò di concentrarti sull’immagine disturbante per alcuni minuti, senza cercare di distrarti o mettere in atto comportamenti compulsivi, utilizzando soltanto le tecniche di respirazione profonda; dopo alcune sessioni la risposta ansiosa tenderà a diminuire progressivamente. Questo esercizio dovrà essere ripetuto a casa passando in rassegna l’intera lista degli stimoli ansiogeni. Ovviamente, partirai dalla situazione meno temuta, fino ai vertici. Successivamente all’esposizione immaginaria, passeremo alla fase di esposizione dal vivo o concreta. In questa fase, ti chiederò di osservare direttamente lo stimolo ansiogeno cercando di mantenere una corretta respirazione ed evitare qualsiasi forma di rituale, come pulire, lavare, ordinare, stirare ecc. Facciamo un esempio: Marta osserva il divano, scorge alcuni peli del cane (stimolo ansiogeno) e rimane ad osservare per alcuni minuti. A questo punto, le proprie convinzioni negative circa lo sporco e il disordine cominceranno ad emergere attivando una risposta ansiosa (aumento del battito cardiaco, agitazione ecc) che indurranno Marta a prendere l’aspirapolvere e ad aspirare i peli. In questa fase, Marta dovrà cercare di bloccare il suo comportamento focalizzandosi solo sul respiro con la consapevolezza che nulla di tragico potrà determinarsi. Con il ripetersi delle prove e dei successi ottenuti, potrai osservare una remissione progressiva dell’ansia e una maggior consapevolezza delle tue capacità di fronteggiare il problema.

DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO: TEMPI DI CURA

La durata del trattamento può variare in seguito a diversi fattori. La presenza di una sintomatologia di lunga data, rappresenta un fattore prognostico importante al fine della cura, così come la presenza di rituali particolarmente cronicizzati. Altre variabili che possono influenzare le tempistiche della terapia riguardano: la concomitanza di altri disturbi, la motivazione alla cura, la frequenza degli incontri, disturbi di personalità, depressione. Un trattamento di successo con remissione parziale/totale dei sintomi può essere raggiunto entro i 6 mesi.